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  • Immagine del redattoreconoscerepermiglio

Progetto I.E.S.A: meno posti letto, più posti vita.

Nell’ ambito del diciassettesimo convegno "un divan sur le Danube", appuntamento internazionale di psichiatria, psicoanalisi, psicologia clinica ed esposizione di arti plastiche associate, organizzato dall’ associazione indipendente Piotr Tchaadaev, si e’ parlato anche del progetto I.E.S.A, (network europeo dell' inserimento etero-familiare supportato per adulti sofferenti di disturbi psichici).


Il progetto di accoglienza funziona con altre sigle a livello europeo da 20 anni, con fortune diverse a seconda del paese, nonostante i dati dimostrino la sua efficacia.

I.E.S.A. prevede l’inserimento in famiglie, intese come “nucleo convivente” o anche costituite da una persona sola, ma diverse da quella di origine del paziente, di persone che provengono da comunità o gruppi appartamento, in attesa di una soluzione di reinserimento. Gli affidatari, famiglie selezionate e volontarie, dette “foster families”, che decidono di ospitare un paziente psichiatrico, ricevono un bonus dall' Asl a titolo di rimborso spese che ammonta a circa 1000 euro.


L’ accoglienza dei malati in un contesto di vita familiare determina, come dimostrano da anni l'esperienza francese, inglese e in minor misura quella italiana (dove ci sono attualmente 50 progetti finanziati), con una penetrazione di circa il 2,5%, che la presa in carico da parte della comunita’ del problema psichiatrico implica una sensibile diminuzione dei ricoveri, insieme ad un recupero notevole di molte funzionalità ed abilità, che vengono perse dopo molti anni di comunità o di vita in contesti comunque molto medicalizzati.


Il paziente partecipa alla vita familiare, avendo però uno spazio dedicato nell' abitazione che lo ospita, continuando a ricevere le cure dei servizi, quindi recandosi in ambulatorio o/e interagendo con le figure di supporto dell’ equipe I.E.S.A, che si recano con regolarità presso il suo domicilio.


I.E.S.A. moltiplica, lì dove è offerta, la possibilità di cura, contribuendo all’ inclusione sociale, a combattere lo stigma della malattia mentale e a dimostrare che anche per i pazienti cronici c’e’ un alternativa e una possibilità di vita diversa.


Il progetto ha un sito internet consultabile, http://iesaitalia.altervista.org/ed una pubblicazione, Dymphna’s Family, edizione italiana della rivista europea sullo I.E.S.A, reperibile sul sito https://issuu.com/dymphnasfamily/docs/dymphnas_family_web .



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